Brasatura con leghe in nastro trimetalliche
Metallo Duro o Carbide o Hart Metall o Widia sono tutti nomi per identificare i carburi metallici sinterizzati in forma di placchette, inserti e blocchetti. I metalli duri hanno una notevole durezza (74-78 HRC) e resistenza ad usura fino alla temperatura di 1000 °C quindi possono essere utilizzati come utensili per il taglio ad altissime velocità. Di contro hanno un costo molto elevato e una scarsa tenacità ecco perché sono brasati ad uno stelo in acciaio. Tali leghe dure possono essere costituite da sinterizzati di carburo di tungsteno WC, titanio TiC, tantalio TaC, niobio NbC e l’aggiunta di un metallo legante solitamente cobalto o più raramente nichel. Caratteristiche dei vari tipi di carburi:
I carburi sono ottenuti attraverso diversi metodi, il più comune consiste nella riduzione dei metalli ad alto punto di fusione dai loro ossidi e successiva carburazione con un mezzo carburante solido, al di sotto del punto di fusione del carburo. Le principali fasi di fabbricazione del carburo di tungsteno sono:
In generale maggiore è la percentuale di cobalto presente nella lega dura e più grande è l’attitudine ad unirsi saldamente tramite brasatura al supporto, mentre maggiore è la quantità di carburi che compongono il metallo duro e maggiori sono le difficoltà di bagnatura della lega brasante. Nei sinterizzati, in cui sono presenti polveri di ossido di alluminio o carburi di titanio, si possono formare superfici difficilmente bagnabili. Nel caso in cui il processo di sinterizzazione sia realizzato sottovuoto, a causa dall’evaporazione di cobalto dalla superficie, si può verificare una cattiva bagnatura oppure lo stesso effetto può accadere con l’assorbimento di carbonio dai piatti di sinterizzazione in grafite posti all’interno dei forni sottovuoto. Per ovviare alle difficoltà di bagnatura si può ricorrere: alla nichelatura; alla ricottura in atmosfera di idrogeno a 700-900 °C; alla ramatura (consigliata per metallo duro sottile e sensibile alla rottura da flessione); al rivestimento con lega brasante forte per poi renderli bagnabili alle leghe dolci; all’aggiunta di additivi reattivi nella lega brasante come manganese, nichel o cobalto. Il metallo duro che costituisce il tagliente e l’acciaio che forma il supporto hanno coefficienti di dilatazione termica e moduli elastici molto differenti.
Coefficienti di dilatazione termica e moduli elastici di metallo duro e acciaio.
Materiale base | Modulo elastico | Coeff. di dilatazione termica |
Metallo duro | 5-7 *10-6 MPa | 50-60*104 °C-1 |
Acciaio di supporto | 11-14 *10-6 MPa | 19,5-21*104 °C-1 |
Valori così diversi generano, una volta completamente solidificata la lega brasante, tensioni di ritiro in fase di raffreddamento. In particolare, il ritiro dell’acciaio provoca tensioni di trazione sulla parte a contatto con il metallo duro, il quale, a causa del suo basso coefficiente di dilatazione termica, manifesta un ritiro ridotto risultando soggetto a tensioni di compressione. Le alte tensioni di trazione generano momenti flettenti che nella zona marginale esterna del metallo duro causano incrinature sulla superficie fino alla rottura senza precedente compensazione delle tensioni per deformazione plastica. Per sopperire alle sovratensioni si possono adottare alcuni accorgimenti:
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