La sensibilizzazione nei confronti dell’ambiente ha portato sempre più l’uomo a vivere, muoversi e produrre in modo eco-sostenibile favorendo il basso impatto ambientale. L’eco-sostenibilità è l’attività umana che regola la propria pratica secondo assunti ecologisti nel quadro dello sviluppo sostenibile.
Il rinnovamento delle risorse è al centro del concetto di eco-sostenibilità, ed è visto come capacità intrinseca del mondo di trasformarsi in maniera ciclica, capacità che va difesa per non modificare i delicati equilibri terrestri. È eco-sostenibile ciò che porta ad agire l’uomo in modo che il consumo di risorse sia tale che la generazione successiva riceva la stessa quantità di risorse che noi abbiamo ricevuto dalla generazione precedente. E’ eco-sostenibile l’attenzione nel produrre beni con processi e materie prime che non siano pericolosi per chi li produce o chi li utilizza e che non lascino eredità inquinanti ai posteri.
Inquinamento da Cadmio
Il cadmio è un metallo utilizzato in varie applicazione tra cui la produzione delle leghe brasanti per le sue qualità basso fondenti. E’ estremamente tossico, più del piombo e del mercurio, e provoca numerose patologie tra cui alcune letali come attacchi di cuore, cancro e diabete.
Le possibili fonti di intossicazione da cadmio derivano dal fatto che è un metallo molto utilizzato in agricoltura e nell’industria, quindi è un importante contaminante ambientale. Si ritrova in:
- Vegetali coltivati su suoli contaminati da cadmio (acque di fogna, fertilizzanti, acque di irrigazione inquinate);
- Pesci d’oceano (tonno, merluzzo, molluschi);
- Fumo di sigaretta, incluso il fumo passivo;
- Acqua potabile contaminate, in caso di tubature galvanizzate o in plastica nera;
- Esposizione professionale (fabbriche di batterie o di semiconduttori) e smaltimento di pile e batterie contenenti cadmio;
- Saldature e brasature di recipienti per alimenti;
- Olio dei motori e scarichi d’automobile;
- Vernici e colori;
- Inceneritori di pneumatici, plastica e colori;
- Cibi raffinati: la raffinazione mantiene costante il contenuto di cadmio, al contrario di altri metalli.
Assorbimento
L’assorbimento del cadmio e dei suoi composti (ossidi di cadmio) può avvenire sia per inalazione, sia per ingestione; è limitato invece per contatto cutaneo. Dal 10 al 40% della quantità inalata viene assorbita dal polmone; a seconda dello stato fisico e della forma chimica, l’intestino assorbe dallo 0.5% ad un massimo del 12% della quantità ingerita. Il cadmio assorbito si distribuisce in tutto l’organismo con forte tendenza preferenziale all’accumulo nel fegato e nel rene, che vengono a contenere il 50% del carico tossico totale. Uno studio che aveva per oggetto alcuni uccelli ha evidenziato che la presenza di cadmio è maggiore negli animali adulti, confermando la tendenza di questo metallo pesante ad accumularsi nel tempo. L’escrezione del cadmio nell’uomo avviene prevalentemente con le urine ma anche per altre vie, come i capelli o l’esfogliazione epiteliale cutanea. L’emivita è lunghissima (115-20 anni) per il contenuto corporeo totale.
Pericolosità
L’effetto tossico acuto principale del cadmio è di tipo irritativo diretto sugli epiteli. L’inalazione di fumi, vapori o polveri porta a danni polmonari la cui gravità dipende dal composto chimico, dalla dimensione delle particelle inalate e dalla durata dell’esposizione:
- Un aerosol di cloruro di cadmio è lesivo a concentrazioni di 1-3 mg/m3 se inalato per otto ore e viene assorbito rapidamente perchè molto idrosolubile;
- I fumi di ossido di cadmio, insolubile, hanno tossicità locale meno elevata: 2600 mg/m3 sono letali in un minuto, 26 mg/m3 lo sono in 100 minuti. L’inalazione dei composti insolubili porta ad assorbimento indiretto, tramite le vie aeree e/o la deglutizione;
- Meno tossiche sia localmente, che per assorbimento sistemico, le polveri di ossido di cadmio. La dose letale acuta per ingestione varia da 100 mg/kg per i sali solubili, a 8-9000 mg/kg per la polvere di cadmio metallico e per i sali insolubili, fra i quali il giallo cadmio.
Effetti sull’uomo
Nel mondo industriale la principale via di assunzione è quella respiratoria. Il cadmio si accumula soprattutto nei polmoni, nei reni, nel fegato, nel pancreas, nella tiroide nei testicoli e nelle ghiandole salivari.
Il fegato è il principale organo di deposito iniziale. Il cadmio inibisce il rilascio di acetilcolina, dando luogo ad iperattività del sistema nervoso (nei bambini), cefalea o perdita di appetito. Sostituisce lo zinco nelle arterie rendendole meno flessibili e creando disturbi cardiovascolari come l’ipertensione. Altera il metabolismo di calcio e fosforo dando luogo ad osteoporosi e fragilità dentale. Antagonizza lo zinco interferendo nella produzione di insulina e nel metabolismo del testosterone, con possibilità di diabete, problemi alla prostata e impotenza. Il cadmio può provocare inoltre alopecia (perdita dei capelli), diarrea, anemia, deficit immunologici e renali.
Estratto del “REGOLAMENTO REACH (UE) N. 494/2011 del 20 maggio 2011”
…
(1) Con la sua risoluzione del 25 gennaio 1988 concernente un programma d’azione della Comunità ( 2 ) il Consiglio ha invitato la Commissione a combattere l’inquinamento dell’ambiente causato dal cadmio.
…
(3) Il cadmio e l’ossido di cadmio sono classificati come sostanze cancerogene di categoria 1B e come sostanze presentanti una tossicità acuta e cronica per gli organismi acquatici di categoria 1.
…
(5) Nel 2007 è stata completata la valutazione europea dei rischi del cadmio ( 4 ) in applicazione del regolamento (CEE) n. 793/93 del Consiglio, del 23 marzo 1993, relativo alla valutazione e al controllo dei rischi presentati dalle sostanze esistenti ( 5 ). Il 14 giugno 2008 la Commissione ha pubblicato una comunicazione relativa ai risultati della valutazione dei rischi e alle strategie per la riduzione dei rischi per il cadmio e l’ossido di cadmio ( 6 ), in cui si raccomanda di limitare l’immissione sul mercato e l’uso di bacchette per brasatura e gioielli contenenti cadmio.
(6) La comunicazione sottolinea la necessità di misure specifiche per limitare i rischi dovuti all’uso di bacchette per brasatura e di gioielli contenenti cadmio. Gli utilizzatori professionali e amatoriali sono esposti al rischio di inalazione di fumi durante l’operazione di brasatura. I consumatori, bambini compresi, sono esposti per contatto con la pelle o suzione al cadmio contenuto nei gioielli.
…
Punto 8. È vietato l’uso nelle leghe per brasatura in tenore pari o superiore allo 0,01 % in peso. È vietata l’immissione sul mercato di leghe per brasatura il cui tenore di cadmio (espresso in Cd metallico) è pari o superiore allo 0,01 % in peso. S’intende per brasatura un procedimento di giunzione realizzato con l’ausilio di leghe, a temperature superiori a 450 °C.
Punto 9. In via derogatoria, il punto 8 non si applica alle leghe per brasatura utilizzate in applicazioni militari e aerospaziali e alle leghe per brasatura utilizzate per motivi di sicurezza.
In brasatura sono presenti leghe d’argento contenenti fino al 18% di Cd, tali leghe NON possono più essere prodotte, trasportate immagazzinate e utilizzate in Europa: il regolamento 494 è molto chiaro, vieta l’uso di leghe con Cd imponendo un limite max del 0,01% in peso. Tale valore è molto basso ed è possibile garantirlo solo eliminando completamente dalla produzione il cadmio, infatti la polvere di questo metallo è volatile e contamina facilmente la produzione anche di altre leghe prive originariamente nella loro composizione base.
I produttori europei di leghe brasati sono tenuti a rispettare in maniera rigorosa tale norma in quanto eventuali deroghe previste al punto 9 sono solo per gli utilizzatori finali, i quali per scopi militari, aerospaziali o di sicurezza, dopo aver dimostrato di non poter assolutamente utilizzare leghe prive di Cd e quindi dopo aver dimostrato che non possono utilizzare leghe alternative, sono autorizzati a rifornirsene da produttori extra-europei. Nessuna auto-dichiarazione degli utilizzatori finali autorizza produttori europei di leghe a produrre leghe brasanti contenenti cadmio.
Solamente i produttori che hanno completamente dismesso la produzione delle leghe contenenti cadmio possono assicurare il rispetto del limite previsto dalla norma Reach 494, quindi è necessario richiedere al produttore tale autodichiarazione. Il produttore deve poter dichiarare la dismissione totale della produzione delle leghe contenenti cadmio e deve poter dichiarare e dimostrare che non tratta più cadmio all’interno del proprio stabilimento produttivo.
Esclusivamente in questo modo è possibile la produzione di leghe brasanti che rispettino il limite imposto dalla Reach 494, ovvero con contenuto inferiore allo 0,01%.
Italbras
Italbras produce leghe brasanti dal 1975. Ha eliminato dalla produzione il Cd come previsto dal regolamento 494 dal 10/12/2011 proponendo leghe “ecologiche” alternative nel rispetto della salute del propri dipendenti, degli utilizzatori finali e nei confronti dell’ambiente. I prodotti risultano totalmente assenti da qualsiasi impurezza di Cd e Italbras è in grado di offrire supporto tecnico nella ricerca della lega alternativa più adatta. Italbras crede nello sviluppo tecnologico sostenibile senza danneggiare in alcun modo l’ambiente e senza scendere a compromessi con la salute e la sicurezza delle persone.